Coloranti alimentari: tappa del processo di riesame per il biossido di titanio
Il periodo natalizio è storicamente uno dei principali momenti di acquisizione di alimenti che esulano dalle abitudini alimentari del quotidiano, con l’uso di scegliere cibi “particolari”, che sottolineano le festività, anche a tavola. “Anche l’aspetto vuole la sua parte”, ma se parliamo di alimentazione siamo sicuri degli alimenti che mangiamo? E se sono per i nostri figli?
Anche per questo vale la pena ricordare alcune “novità” che troveremo sulle etichette dei cibi.
Dal 13 dicembre 2016 entrano in vigore le ultime disposizioni del regolamento (UE) n. 1169/2011 (relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori denominato “FIAC”) che riguardano la dichiarazione nutrizionale. Il regolamento FIAC che disciplina l’etichettatura degli alimenti nell’Unione al fine di consentire al consumatore di adottare decisioni in piena conoscenza di causa e di utilizzare gli alimenti in modo sicuro, garantendo al tempo stesso la libera circolazione degli alimenti legalmente prodotti e commercializzati.
Dichiarazione nutrizionale obbligatoria, comprende i seguenti elementi: il valore energetico e la quantità di grassi, di acidi grassi saturi, di carboidrati, di zuccheri, di proteine e di sale. La dichiarazione nutrizionale obbligatoria può inoltre essere completata dall’indicazione delle quantità di uno o più dei seguenti elementi: acidi grassi monoinsaturi; acidi grassi polinsaturi; polioli; amido; fibre alimentari; vitamine e sali minerali. Le vitamine e i sali minerali possono essere tutti indicati se sono presenti in quantità significative.
Ma chi si occupa di produrre le regole e disposizioni che riguardano ciò che è contenuto negli alimenti? Proprio per questo è importante che esista un controllo: in questo caso parliamo dell’EFSA – European Food Safety Authority, che svolge (ed ha completato) il riesame di tutti i coloranti alimentari autorizzati nell’Unione europea prima del 2009, così come ha prodotto un parere sul contenuto in clorato degli alimenti.
Si perché su tutte le etichette degli alimenti prodotti da Aziende della CEE troviamo nei componenti anche i coloranti alimentari, ma quanti trovandosi di fronte alla lettera ed ai numeri seguenti hanno chiaro cosa vuol dire? Nelle etichette troviamo spesso la sigla E seguita da un numero: provocatoriamente possiamo dire che E sta per ”E cosa è?” per la stragrande maggioranza dei “compratori”. In allegato un piccolo riassunto “interpretativo” dei composti E, con l’eventuale indicazione di possibili rischi per i bambini (reazioni di tipo allergico, sindrome di iperattività) nonostante non ne sia vietato l’uso.
Soprattutto per chi li acquista via internet (per preparare dolci casalinghi) pensiamo sia indispensabile la conoscenza dei coloranti alimentari. Un ultimo chiarimento: non c’è omogeneità a livello internazionale, per cui prodotti provenienti dal di fuori della CEE possono contenere coloranti da noi vietati, così come negli USA o in Australia sono vietati coloranti alimentari che non lo sono da noi in Europa.
BIBLIOWEB:
Risk for public health related to the presence of clorate in food – EFSA Journal 2015; 13(6):4135
http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex:32011R1169
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2011:304:0018:0063:it:PDF
http://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/4545