Come cambiano la tecnologia e le persone in Medicina di Laboratorio
Lespecialità sanitarie ad alta tecnologia richiedono un’attenzione agli strumenti, ma soprattutto alle persone che li utilizzano, per favorire una particolare accuratezza e competenza in un concetto di necessità “istituzionale” al cambiamento. Tutte le “nuove” professioni sanitarie sono alla ricerca del riconoscimento del proprio “habitus” professionale, alla definizione di una identità che venga condivisa, in primis da chi si riconosce in questo ruolo e che sia accettata anche dall’èquipe sanitaria. I Tecnici di laboratorio biomedico non fanno eccezione a questa esigenza.
Vuol dire porre le basi per un futuro che coincida con il superamento di divergenze che creano caos, cercando di definire l’esercizio professionale ‘ideale’ e quello “oggetto di valutazione”. Il compito non è facile. Bisogna evitare sovrapposizioni di competenze, fare il conto con il gap generazionale, che può contrapporre i giovani ai meno giovani e con altre figure professionali. Di aiuto sono le testimonianze (provenienti da altre nazioni) delle soluzioni adottate.
Queste “variazioni di modelli” sarebbero più semplici, se i cambiamenti fossero in qualche modo favoriti istituzionalmente. In Italia sappiamo che non è così. La Sanità è uno dei settori oggetto di “tagli istituzionali”, da parte di tutti i governi che si sono via via succeduti nella gestione, privilegiando l’aspetto economico a quello professionale. Soprattutto è latitante l’obbiettivo “certo”, che favorirebbe la proposta di modelli adeguati alle necessità. Da qui l’importanza della formazione, che può essere motivo di riconciliazione tra generazioni differenti di tecnici di laboratorio biomedico (ma anche delle altre figure professionali).
Per questo, in una situazione di Scienza e Arte della Professione, ci dobbiamo organizzare in un ambito di “probabile incertezza”. Come? Rubando a Saverio Stanziale (Presidente di FITeLaB, Organizzatrice del Simposio) la soluzione e la frase….“pur riconoscendo che per superare la diffidenza tra professionisti sanitari di area ci vogliono idee innovative e non agnosticismo, oggi si debbono porre le basi per il futuro”.
Una “good news” viene dall’accordo che coinvolge, in Emilia-Romagna, anche i tecnici sanitari coordinatori ed i tutor che operano nei corsi di laurea triennali, abilitanti al primo livello delle professioni sanitarie, ai quali verrà riconosciuta (in termini di valorizzazione del ruolo) l’attività svolta. Due le figure di tutor. Quello didattico, che orienta gli studenti e facilita l’apprendimento ( l’interfaccia tra le attività di docenza e quelle di tirocinio) ed il tutor di tirocinio, che affianca gli studenti, facilitando la professionalizzazione e contribuendo al raggiungimento degli obiettivi didattici ed alla valutazione complessiva. Forse è un nuovo inizio.
Per questi motivi (e non solo) a Venezia si parlerà e verranno trattati molti argomenti, tutti con il “fil rouge” del cambiamento che stiamo vivendo ogni giorno, sottolineando gli aspetti concreti delle diverse sfaccettature della Professione di Medicina di Laboratorio.
The Laboratory Medicine. The Science and Art of Uncertainty Likely
12-13 ottobre 2017
Sede Congressuale: Centro Don Orione/ Artigianelli, Venezia
Segreteria organizzativa: FITeLaB Veneto
Roberta Alessandrini – Lorena Zanibellato: [email protected]
Provider: BIBA Congressi www.bibacongressi.com – Pbx 091527416
Identificativo: Evento ECM n.193858 – Crediti formativi 9,6 – Accreditato per 200 partecipanti
Locandina Congressuale (in formato PDF-FlipBook)
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